Valentini

Valentini è un produttore idiosincratico.

Per molti anni l'azienda è stata gestita da Edoardo Valentini, che (se non in casi eccezionali) non amava parlare dei suoi vini, e quando lo faceva rimaneva sul vago. Non ha mai discusso i suoi metodi di produzione al di là dell’affermare che nella sua cantina ha usato sempre solo grandi botti di rovere, mai in acciaio o in plastica. Non aveva un sito web, così come non avrebbe mai comunicato via e-mail.

Edoardo Valentini scomparse nel 2006, e suo figlio Francesco ora gestisce l'azienda, aderendo alle linee di condotta e metodi di suo padre. Valentini fa solo tre vini, il bianco Trebbiano d'Abruzzo, il rosso Montepulciano d'Abruzzo e il rosato Cerasuolo d'Abbruzzo. Tutti e tre provengono da produzione biologica e biodinamica.

Francesco Valentini ha seguito le orme del padre e ha preso il timone della tenuta dopo la sua morte nel 2006, dopo aver iniziato a lavorare al suo fianco nel 1981 e dopo 33 anni come produttore. Come tale, ha sviluppato il suo personale modo di interagire con il mondo del vino, un mondo a cui guarda dalle magnifiche colline d'Abruzzo con lo spirito di una persona ancora in grado di essere sorpresa, non dalle azioni delle persone, ma dalla bellezza che la natura porta avanti ogni giorno.

Cosa diresti per spiegare chi sei e quali vini fai a qualcuno che non conosci?

''Non ha molto senso parlare di me stesso. Come produttore di vino, sono modellato dalle mie esperienze nel mio territorio. Purtroppo, a volte l’ego gonfiato di alcuni produttori spinge le cose che sono veramente importanti in secondo piano. Per parlare di me inizierei prima di tutto a parlare della varietà "Trebbiano d'Abruzzo", una cultivar che è assolutamente unica e non ha nulla a che fare con altri tipi di Trebbiano.

La nostra cultivar, il nostro vitigno, è originario e dialoga perfettamente con l'area delle colline abruzzesi intorno a Pescara. Questo è in contrasto con il Trebbiano toscano, per esempio, che ha una maggiore produttività ed è più resistente alle malattie, ma non è strettamente legato a questa terra. Qui dove mi trovo (Loreto Aprutino - ndr) è come essere tra il mare e la montagna, perché noi beneficiamo dell'influenza del mare Adriatico, che mantiene il clima mite, ma abbiamo anche l’escursione termica necessaria a valorizzare al meglio le uve, soprattutto nelle notti precedenti alla raccolta. Così io sono un artigiano che ha tutto questo a sua disposizione; una materia prima che ho il solo compito di valorizzare senza snaturarla, rispettandola il più possibile. Di conseguenza non filtro il vino in cantina, non controllo le temperature, non acidifico e non uso mosto concentrato o lieviti selezionati, solo un po'di anidride solforosa. Ovviamente, come un artigiano, ho il mio modo personale di interpretare la vite, anche se questo significa essere fuori moda. Perché io sono tutto questo, e forse un po' meno me stesso, come individuo''.