Rinaldi Giuseppe

Abbiamo deciso di lasciare il profilo dell'azienda invariato, come se Beppe fosse ancora con noi, per ricordarlo.

Se si tenta di chiamare l’azienda Giuseppe Rinaldi è molto probabile che sarà Giuseppe ad alzare la cornetta del telefono, dal momento che non ama molto a passare troppo tempo lontano da Barolo e dai suoi amati vigneti.

Se si sta cercando di prenotare una visita è anche molto probabile che egli bruscamente chieda quale sia la ragione della vostra visita. Non perché non sia ospitale, ma perché spera che non sia l'ennesimo appassionato o commerciante che sta cercando di acquistare alcune bottiglie del suo leggendario Barolo la cui domanda supera di gran lunga l’offerta. 

La storia enologica di Rinaldi inizia nel 1870, quando l’amministratore dei beni dei Falletti acquistò la proprietà. La cantina attuale è stata fondata nel 1890 dal nonno omonimo di Giuseppe Rinaldi.

Suo figlio, Battista, un sindaco molto apprezzato del Comune di Barolo (1970-1975), ha migliorato enormemente la qualità della gestione della cantina e di conseguenza quella dei vini, facendo diventare il nome di Rinaldi sinonimo di alta qualità.

Il figlio di Battista, Giuseppe (alias Beppe o Citrico) dopo aver lasciato il suo lavoro come veterinario, prese redini dell’azienda nel 1992.

La proprietà si compone di circa 6 ettari, coltivati a Nebbiolo (in alcuni dei più famosi Cru del Barolo: Cannubi, Brunate, Le Coste, e Ravera), Barbera, Dolcetto e anche due varietà speciali: il Ruchè e il Freisa.

La cantina Rinaldi è quasi interamente piena di botti di rovere di Slavonia. Inoltre ha ancora un tino di 60 anni che viene usato per la fermentazione del suo Barolo.

In vinificazione non si aggiunge alcun tipo di lievito selezionato, dal momento che il serbatoio che si usa già contiene lieviti indigeni sviluppatisi nel corso di tutte le fermentazioni precedenti.

La macerazione è molto lunga e la temperatura non è controllata.

Come da scuola tradizionalista del Barolo, non si rimuovono i raspi dalle uve né si esegue alcuna filtrazione del vino. Non vi è una specifica ‘ricetta di vinificazione’ per Rinaldi.

In cantina si segue piuttosto un metodo basato sull'esperienzal la conoscenza e l'istinto, al fine di produrre un vino che sia il più puro possibile.

L'azienda produce essenzialmente due Barolo, il Brunate-Le Coste e il Cannubi San Lorenzo-Ravera. Le leggi che riguardano la produzione del Barolo sono recentemente cambiate e ora non è più consentito l'uso di più Crus in etichetta.

A partire dal 2010, Brunate-Le Coste è stata imbottigliata con un 85% di Brunate superiore e solo il 15% di Le Coste (l'aggiunta legale massima), ed il suo nome è diventato Brunate.

Il Cannubi San Lorenzo-Ravera ha preso invece il nome di Tre Tine (tre vasche).

Giuseppe Rinaldi purtroppo ci ha lasciato ai primi di Settembre 2018, lasciando a tutte le persone che lo hanno incontrato il ricordo di un uomo schietto, libero, e di uno dei migliori produttori di Barolo di sempre.

“Il metodo con il quale le generazioni precedenti hanno ottenuto un equilibrio naturale e l’armonia nel Barolo, è per me ancora quello perfetto”. - Giuseppe Rinaldi

“Austero, severo, che richiede una ricerca. Ci vuole tempo. Bisogna studiare, pensare, capire, comprenderne tutta l'arte. Non è semplice ma complesso; non piace subito. È l’opposto di un prodotto di massa. Ha angoli, non curve. Non è facile. Un buon Barolo... è fatto per un lungo invecchiamento”. - Giuseppe Rinaldi.