Domaine Leroy

Francia Borgogna Vosne-Romanée

La Maison Leroy, stiruata nel piccolo villaggio di Auxey-Duresse, è stata fondata nel 1868 da Francois Leroy. 

Solo più tardi, nel 1919, Henri Leroy è entrato a far parte dell'azienda di famiglia ampliando il portfolio della casa per includere eau-de-vie a Gensac La Pallue e creando una distilleria vicino a Segonzac. 

Durante gli anni '30 del 1900 Henri divenne un importante cliente di Domaine de la Romanee-Conti ed amico stretto del co-proprietario dell'azienda, Edmond Gaudin de Villaine. Infatti anche se oggi può parere strano, in quel periodo diversi produttori vitivinicoli , incluso de Villaine, si stavano impoverendo e non avevano altra scelta se non quella di cedere il monopolio delle proprie aziende. 

Nel 1942 poi Jacques Chambon, l'altro co-proprietario dell'azienda, vendette la sua parte ad Henri Leroy. In questo modo il domaine potè continuare a produrre senza grossi cambiamenti.

Solo a partire dal 1959 Leroy divenne personaggio chiave nella gestione dell'azienda.

Marcelle, la maggiore delle due figlie di Henri iniziò ad interessarsi all'azienda commerciale del padre e, nel 1955, iniziò a lavorare con lui. Da allora fu conosciuta come Lalou, una ventireenne ambiziona, lunatica, combattiva e talentuosa. 

Nel 1974 divenne socia del placido Aubert de Villane nella gestione del Domaine de la Romanée-Conti.

Il rapporto non fù però duraturo: due caratteri così diversi faticavano a convivere all'interno di una stessa azienda. In paricolare il rapporto tra i due aveva visto incomprensioni e disaccordi relatvivi al tipo di gestione più adatto al Domaine e alla distribuzione dei loro prodotti nel mondo. 

Le controversie si conclusero ufficialmente quando, nel 1991, Lalou fù licenziata dall'azienda; anche la sorella votò affinche Lalou lasciasse il suo incarico. 

Ironia della sorte, oggi la figlia di Lalou è impiegata persso Domaine de la Romanée-Conti.

Nonostante la difficile esperienza appena conclusa, Lalou non si diede per vinta. Nel 1988 infatti aveva acquistato un terreno vitato di circa 12 ettari dal Domaine Charles Noellat. 

Questo terreno includeva anche filari di Grand Cru che erano però stati abbandonati per parecchi anni. Nonostante le condizioni precarie delle vigne il terreno non le era costato poco, tanto che Lalou aveva dovuto cercare finanziamenti nel lontano oriente, più precisamente fu la compagnia giapponese Takashimaya ad intervenire economicamente. 

Negli anni seguenti inoltre Lalou aumentò i suoi possedimenti acquistando vigne dal Domaine Philippe Remy; le ultime vigne acquisite comprendevano terreno a Chambertin e Clos-de-la-Roche. 

Già questi acquisti di Laou avevano creato tensioni e conflitti di interessi con Domaine de la Romanée-Conti e fu solo questione di tempo prima di arrivare ad una divisione definitiva. In seguito al suo congedamento dal Domaine, Lalou acquisì ulteriori terreni, parte dei quali erano già proprietà dello zio; tra questi anche un'azienda agricola vicino a Saint Romain dove si trasferì con il suo ultimo marito. 

Il vino prodotto a partire dalle uve dei vigneti da lei acquistati vengono oggi venduti con il nome di Domaine d'Auvenay mentre le uve provenienti dalle vigne di Chevalier-Montrachet, Bonnes-Mares e Mazis-Chambertin vengono vinificate separatamente. 

Dagli anni '90 i vini del Domaine Leroy sono diventati tra i più richiesti non solo in Borgogna, ma in tutto il mondo, con un'inevitabile crescita dei prezzi. 

Il fatto di produrre vino in così piccola quantità non è dovuto ad un'altrettanto piccola quantità di terreno ma alla scelta di ridurre al minimo possibile le rese - spesso meno di 20hl/ha - attraverso potature e smistamenti in vigna. Inoltre non va dimenticato che gran parte delle piante hanno un età compresa tra i 50 e gli 80 anni, ed è quindi naturale che producano una quantità limitata di uve rispetto a piante più giovani.

Il modo ossessivo in cui Lalou concepisce il trattamento delle vigne è basato su principio biodinamici. Ritiene che anche una minima interferenza nella raccolta, o l'eliminazione di parte dell'apparato fogliare, inibisca la fotosintesi e l'accumulo di zucchero.

Fin dal al 2000 Lalou non ha praticao potatura e le rese, come non ci si potrebbe aspettare, sono state incredibilmente basse. Dopo la raccolta viene fatta una rigorosa selezione dei frutti e i grappoli, interi, vengono inseriti in un tino inossidabile dove fermentano per un breve periodo ad una temperatura relativamente alta (30 gradi circa) per garantire l'estrazione di colore e profumi. 

I vini sono poi spostati in botti di quercia nuove per l'invecchiamento. I bianchi aspettano di aver compiuto la malolattica e vengono poi imbottigliati tra dicembre e marzo dell'anno seguente a quello della vendemmia.

"Lalou Bize-Leroy si trova praticamente da sola ai vertici della gerarchia della qualità della Borgogna." - Robert Parker

“La perfezione, sostiene la signora Bize-Leroy, non può mai essere raggiunta; il grande vino è un viaggio, non una destinazione. È una prospettiva ammirevole per un produttore. Ma come critico e osservatore, riesco a pensare a pochi produttori i cui vini mettono così spesso in discussione questa tesi." - William Kelley

Lista dei vini

Al momento i vini di Domaine Leroy sono terminati

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